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Mi presento pure io.

Piacere, Ulvipira.

Ulvipira, almeno per ora.

Tanto lo so già che mi ricambieranno il nome.

 

Secondo il progetto iniziale dovevo chiamarmi Annibale Orlando Maria. Impegnativo altrochenò, specialmente per un coniglio nano.

E’ successo che sulla carta, quando loro mi hanno conosciuto,

c'era scritto che ero un giovane maschio riproduttore di prima qualità dell’allevamento tal dei tali. 

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Però la veterinaria ha capito subito che invece sono femmina e quindi mi hanno chiamata semplicemente Maria.

Mi hanno anche sterilizzata appena ho iniziato a pisciargli la casa, quindi di riproduzione non se  ne parla.

Poi è spuntato questo tizio che si chiama Ulvi Pira, Ulvi di nome e Pira di cognome, uno che gli ha imbiancato bene il bagno e di cui sono rimasti supercontenti.

Così, da un giorno all’altro, hanno smesso di chiamarmi Maria e sono diventata Ulvipira tuttoattaccato.

 

La più contenta di questo fatto parrebbe la nonna, la quale insisteva a dire che un coniglio non può chiamarsi Maria perché è blasfemo.

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Comunque, la mia storia è iniziata che questi due volevano un coniglio e sono venuti alla mostra cunicola di Appiano, dove c’ero io rinchiusa dentro una cella minima, tra cinquecento celle di altrettanti conigli rinchiusi.

 

Si sono presentati lì con dei biscottini succulenti e ho capito che erano quelli giusti:     quei due potevano liberarmi dalla prigionia e rimpinzarmi di biscottini. E’ chiaro che dovevo accaparrarmeli io prima che lo facesse uno degli altri 499 conigli!

  Ho iniziato a fargli mille moine e a riempirli di bacini ogni volta che passavano da me e passavano sempre più spesso e alla fine  . . . . . ..  ce l’ho fatta : )))

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Ora ho un alloggio ottimamente accessoriato tutto mio e sempre aperto per cui giro dove mi pare, corro salto gioco  mi floppo a terra e gli salgo sulla pancia e gli lecco la faccia e gli rosicchio i capelli.

Sono rilassata e felice, si vede?

La mia alimentazione ve la sciorino giù perché ne vale davvero la pena e può fare invidia a tutti i conigli del mondo: fieno di montagna, radicchi, catalogna,  foglie di carota, foglie di sedano, spinacino, prezzemolo, crescione, valeriana, finocchio,  menta, tegoline, rucola, broccolo, tarassaco, pomodoro, basilico, peperone, insalata riccia, insalata foglia di quercia, mela, arancia, banana, fragole, mirtilli...

A seconda delle stagioni.

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Concludo confessandovi che il famoso proverbio “Il lupo perde il pelo ma non il vizio” vale lo stesso per noi conigli e ci tengo a precisare fin da subito che io non fotografo e ai matrimoni non ci vengo!

A disposizione per ulteriori chiarimenti ;)

Vi saluto.

E’ passato del tempo e necessito della vostra attenzione.

Non pensavo di avere altro da dire, invece sì.

A parte che hanno iniziato a chiamarmi Suor Orsola e non capisco perché, da qualche giorno mi trovo nelle peste: sti due hanno portato dentro casa un gatto e continuano a ripetermi che è un nuovo membro della famiglia, che è la mia sorellina.

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Fino adesso ce la siamo cavata perché io e lei viviamo su due livelli separati: io mi muovo rasoterra e odio essere presa in braccio, lei non vede l’ora che la tirino su e si mette in tutti i posti più alti della casa.

Mi guarda dall’alto in basso.

Non tollererò a lungo la sua presenza qui.

E’ un orribile enorme gatto mammone nero e spelacchiato dall’aria minacciosa e dallo sguardo truce.

 

Non sono certa   che mi voglia mangiare, dato che si nutre delle sue schifezze puzzolenti, ma temo fortemente che mi porterà via tutte le attenzioni e i privilegi che mi sono guadagnata finora. 

Ho avuto un barlume di speranza ieri, quando ho sentito dire: “Appena il gatto trasloca, cambio le lenzuola”.

Poi ho capito che il trasloco era dal letto al divano.

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Insomma faccio un appello ai miei fan perché lo so che siete in tanti che mi seguite: qualcuno di voi vuole un gatto??

Venite a prenderlo, liberatemiiiii!!!

Ecco, ora ho capito perché Suor Orsola.

Che razza di infami!

Scusate se mi intrometto, ma a questo punto un mio intervento in proposito è necessario, o quantomeno opportuno. Mi riconoscete??

 

In pochi mesi sono diventata un gatto di un certo peso e una notevole importanza, un gatto di tutto rispetto, sicuro di sé e fiero di me. Sono specialmente contenta di essere un gatto e non un coniglio!   

 

Mi chiamo Lulù, Tulip, Amore, Pronto, Vieni.

Ho i miei spazi, i miei giochi, le mie ciotole, le mie spazzole, il mio tiragraffi, la mia razione quotidiana di attenzioni che mi merito.

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Faccio a tutti gli effetti parte della famiglia, e quelli che vengono a conoscermi rimangono incantati dalla mia bellezza:

"Che meraviglia sto gatto!"

"E' pelosissimo!!"

"Ma è di razza?"

"Guarda che occhiii". "Guarda che codaaa".

"Posso toccarlo? Che morbido!"

"Vi dispiace se gli faccio una foto e la mando al mondo?"

"Anch'io ne voglio uno così. Posso, mamma?"

 

Siamo diventate amiche! :)  

Ce n'è voluto del tempo, però alla fine è successo.

I conigli sono animali un po' primitivi rispetto a noi gatti che siamo una specie evoluta: tonti e lenti quanto basta, caparbi e attaccabrighe.

Io, da buon felino, ho avuto pazienza, l'ho osservata, ho rispettato i suoi spazi e i suoi riti, e alla fine è stata lei ad avvicinarsi a me, a desiderare la mia compagnia e cercarmi quando non mi vede.

 

(Per inciso, i conigli ci vedono malissimo!)

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Ci ha fatto avvicinare molto anche il fatto di condividere i momenti peggiori, tipo quando ci ridicolizzano sotto Natale vestendoci da elfi del bosco, per le loro foto idiote.

 

Comunque, adesso Ulvipira mi adora e non può fare più a meno di me: mi si mette vicino a dormire, mi ospita a casa sua, mi offrirebbe perfino la sua verdura se io la volessi, solo che a me la verdura cruda non mi piace, e neanche quella cotta mi fa impazzire e spesso gliela lascio lì a quei due caproni che ancora non sanno i miei gusti.

A volte capita che usi la sua lettiera, così la mia rimane pulita, o che le bevo l'acqua già che ci sono, e lei non ci fa proprio caso. L'amicizia è condivisione.

E’ passato più di un anno e sto gatto arrogante è ancora qui, sempre più gigantesco e ingombrante.

Quindi io, che non sono stupida, ho capito che   devo far buon viso a cattivo gioco, o diventa una guerra intestina.

E' un animale molto invadente perché, con tutto lo spazio che ha a disposizione, mi si piazza pure in casa a me, mi beve l'acqua mia personale dalla tazzina e, ancora un po', mi sbafa pure la roba da mangiare!

Abbiamo una sola macchina in due per andare in giro, ma è così piccola che ci si sta solo in uno. Perciò la lascio a lei , che la spinge con la zampa e si diverte.

Poveri gatti. Sono animali proprio infantili come certe persone.

Spendono un sacco di energie a correre dietro a una palla o a saltare in aria dietro a un uccellino finto.

Io la osservo con aria di compatimento.

Neanche se ne accorge: pensa che io sia cieca mentre ci vedo lungo.

Ciao ragazzi, un morbido abbraccio dalla vostra Ulvipira (martire)

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